Evaporato in una nube,
poesie inedite di Serafino
Sargentoni,
presentate per la prima volta presso la sala d'Arte L'Arca dei folli via
Trento 10-12 a Cupra Marittima.
Domenica 17 Febbraio alle ore 17.00.
Quello con Sargentoni
è il secondo di un ciclo di appuntamenti con la poesia a cura del
letterato Danilo Tomassetti. Interverranno il poeta pescatore Luciano
Bruno Venusto e lo scrittore macedone Ismail Iljasi.
Lettura dei testi di Roberta Fabrizi e Luca Vagnoni.
Nella sala saranno esposte opere di Annunzia Fumagalli, Antonella Spinelli
e di Nazzareno Tomassetti, immagini armoniche ai versi del poeta di
Potenza Picena.
Alchimia della parola in
Serafino Sargentoni
Tre sono le categorie di poeti. Coloro che hanno uno stile ma non la
sostanza, chi ha stile e l'armonizza con la sostanza, vi sono i poeti che
hanno vissuto. Dei primi ascolti la musicalità della loro poesia ma appena
questa perde per un attimo il ritmo s'affloscia come un palloncino senza
aria. I secondi donano oltre l'armonia musicale la sostanza dei loro
pensieri, sono immensi comunicatori di immagini e sensazioni. I poeti che
hanno vissuto non amano manierismi, la loro comunicazione è diretta,
evitare endecasillabo, struttura e rima per soffermarsi solo su i loro
pensieri, nude emozioni. Sargentoni è uno di questi. La sua poesia è una
macina che produce la farina di Parole Rutilanti ( volume edito nel 2003).
Le quali aprono spazi temporali là dove prima era tutto indifferente e
vacuo. Serafino racconta l'impossibilità del tempo dei sogni, la speranza
e la passione disillusa. La lontananza tra l'aspirazione e la realtà,
quale ti risveglia come un vento gelido dal tuo torpore di pensatore. Le
tante strade percorse e vissute, le passioni il palpitare del cuore, sono
ora un ricordo che in ogni modo non è mai stucchevole malinconia. -Evaporato
in una nube- dove tutti i desideri hanno preso una strada diversa
dalla nostra vita. Questa è la condizione umana, il bambino ancora in noi
sogna fantastici viaggi, una dura realtà condiziona negativamente la
nostra esistenza. Dove la realtà e l'aspirazione sono talmente lontani da
provocare vomito e disgusto di se stessi. Unica speranza quella di
piangere, creare un vuoto ed accettare una effimera realtà. Concetti
terribili, devastanti quali paiono non lasciare speranza ma questa è solo
l'apparenza. Se il mondo reale è alieno dai sogni da dove nasce allora il
sogno? Le colline durano/ lasciano sperare nell'armonia...il mondo passa
avanti/ i miei occhi di vetro/penetrano i colori e le forme. La risposta è
tutta qui, in "Seducenti Campi" (libro del 1999) La sguardo sulla natura,
un bicchiere di vino, ci indicano che esiste quel parco delle piccole ma
grandiose cose che allettano il nostro cuore. I nostri occhi sono fermi
alle nostre radici, al mondo rurale a cui apparteniamo. Il mondo che ci
passa avanti è quello che non ci appartiene, una società senza identità,
la società del mercato non delle emozioni, dei sogni. I bambini non
sognano un palmare sono adulti chi impone loro un falso desiderio.
Sargentoni è l'alchimista,
...
...cercavo l'assoluto in ogni versione,
il canto, la pioggia, il mare che s'alza
nei giorni strani della burrasca
ed invece ho trovato l'alto, il basso
il pesante richiamo al raduno d'un giorno
una vita incastrata nelle maglie del tempo...
(versi tratti da una poesia dedicata alle artiste Annunzia Fumagalli ed
Antonella Spinelli)
Serafino è colui che vorrebbe trasformare il piombo in oro, ma vede che la
sua Opera non si realizza, anzi il mondo procede contrario ai progetti
della sua trasformazione. L'uomo invece della civiltà dell'oro sta
trasformando il mondo in immondezzaio. Lui vorrebbe la luce che trasforma
tutto in bellezza, inteso come buono. Questo ci si nega. Noi siamo solo
una delle tante non identità che sono preda di caso, ragione, fortuna.
Un pensiero greco-arcaico, il quale vedeva l'uomo una marionetta nelle
mani degli dei, che oggi si chiamano multinazionali, multimiliardari.
Semidei che decidono con le loro scelte di discesa in campo negli affari
umani per controllare ed indirizzare la vita degli umili. Serafino di
fronte a questa arroganza sembra arrendersi, non c'è per noi nessuna terra
promessa e speranza, siamo isolotti alla deriva. La stessa passione
carnale è viva solo in quello che si è vissuto negli anni della
rivoluzione, dove si trascorrevano le notti a parlare del futuro
scambiandosi idee e baci, sognando avvenire di luce. La sorte ha voluto
qualcosa di diverso, ognuno si è adeguato a questo passaggio regressivo.
Un buio pessimismo che però si sfalda di fronte ad una nuova speranza:-
...forse questo è il vero viaggio...rinascere in una nuova galassia...e
poi rimane sempre il non detto, il non visto, da appurare, verificare,
sperimentare...- L'invito quindi è di non smettere di essere fanciulli, di
ambire a sogni che qui sembrano impossibili, prevaricati da una realtà che
non accettiamo ma non per questo non possiamo pensare di attraversare e
superare, per vivere con ben altre armonie in altro tempo e luogo.
Danilo Tomassetti 13 Febbraio 2008